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CORO POLIFONICO STELLA MARIS


Dove la parola manca, là comincia la musica;

dove le parole si arrestano, l’uomo non può che cantare.
(Vladimir Jankélévitch)

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NAVIDAD NUESTRA

di Ariel Ramírez

L’opera scritta da Ariel Ramirez nel 1964 è una composizione ispirata da musiche e danze della tradizione argentina. Si tratta dei sei episodi fondamentali che raccontano la Natività, dove per ogni episodio viene utilizzato uno stile musicale diverso. Un chamamé per la Anunciación, una chaya ríojana per Los Pastores, una huella pampeana per La Peregrinación, un takirari per Los Reyes Magos, una vidala catamarqueña per El Nacimiento, una vidala tucumana per La Huida.
I testi dei sei brani, sono opera del poeta Félix Luna, scritti in castigliano e arricchiti da terminología in lingua guaraní. Ad esempio la Vergine Maria viene definita la “la más bonita cuñataí” (la più bella tra le fanciulle). Troviamo, nei testi, anche elementi della tradizione campestre argentina, dai Re Magi viene offerto un “poncho blanco de alpaca real” (un poncho bianco di alpaca superiore), oppure “arrope y miel” (sciroppo denso tipico e miele).Si racconta che quest’opera fu scritta in una sola notte, quando Ariel Ramirez e Félix Luna si ritrovarono con entusiasmo ed ispirazione a comporre e completare quello che poi fu uno del dischi più venduti la Misa Criolla dove nel lato b appare appunto la Navidad Nuestra.

copertina cd navidad 1        copertina cd navidad 2 

 


CD CHRISTMAS CAROL

DIECI BRANI DELLA TRADIZIONE CORALE ANGLOSASSONE


copertina cd christmas 1         copertina cd christmas 2
 
 
 
                                           copertina cd christmas retro
 
 
  
 

IL CAROLING

Risale all'epoca vittoriana l'idea del Natale come celebrazione incentrata sulla famiglia ed è soprattutto in quest'epoca che riprende vigore l'usanza medievale del caroling. Nuove carols vengono scritte oppure nuovi testi su vecchie musiche o viceversa con la pubblicazione della prima poderosa collezione di carols nel 1833.

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Si stralcia dall'ottimo articolo di Ariella Uliano "La carola inglese nella storia e nella tradizione - tra il sacro e il profano"

In epoca Vittoriana il fervore dei movimenti revivalisti e riformisti religiosi nelle città portò ad una ulteriore rivisitazione dei carols religiosi. In alcuni casi nuovi testi rivestiti di un eccessivo sentimentalismo rimpiazzarono quelli vecchi e nel caso invece dei carols creati ex-novo si trattava spesso di materiale musicalmente povero.

Tuttavia nel clima rigido, impersonale e alienante instaurato dalla Rivoluzione Industriale, i divertimenti e le celebrazioni stagionali erano un distante ricordo legato ai vecchi ritmi di vita e di lavoro della campagna. Nei nuovi centri industriali, dove il successo di un uomo era valutato in base alla quantità di ricchezza che riusciva ad accumulare, vigeva la logica del profitto e le fabbriche rimanevano aperte anche il 25 Dicembre. Fu quindi soprattutto grazie al lavoro paziente e ispirato degli studiosi Davies Gilbert e William Sandys che molte delle carole antiche e moderne rimaste ancora vive nella tradizione orale delle aree rurali del nord e dell'ovest dell'Inghilterra non andarono perdute; i due collezionisti raccolsero e pubblicarono il prezioso materiale in due volumi intitolati Some AncientChristmas Carols (1822) e Christmas Carols, Ancient and Modern (1833).

Infine con Charles Dickens la carola si riveste di nuovi significati divenendo 'Racconto di Natale'  e contribuendo a riportare in auge lo spirito dei festeggiamenti legati alla stagione dell'oscurità - compreso il cantare i carols e il ballare danze di campagna - e a rinnovare e adattare ad un nuovo contesto sociale gli aspetti più profondi di queste celebrazioni. Il senso di comunità, ospitalità e condivisione caratteristico delle antiche cerimonie invernali e identificabile con bontà e carità cristiane doveva, secondo Dickens, ritrovare il suo spazio nella società. Questi valori umani universali potevano essere il punto di partenza verso una più radicale presa di coscienza e responsabilizzazione da parte delle nuove classi ricche nei confronti delle gravi problematiche legate alle trasformazioni tecnologiche ed economiche che pesavano su una larghissima fascia di popolazione e soprattutto sui bambini.

 

I carolers passeggiavano per le vie cittadine più affollate di solito in gruppi di tre, uno a suonare il violino, un altro a cantare e il terzo a vendere gli spartiti, i passanti si fermavano per acquistare la musica unendosi al coro per alcune strofe; oppure i carolers si fermavano davanti alle case a cantare, sperando di essere invitati per bere qualcosa di caldo e per ricevere piccole offerte.

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